giovedì 24 dicembre 2009

Per Natale vogliamo altri regali….


La cultura, l’arte, la ricerca, la scuola, l’università, la tutela del patrimonio artistico sono considerati da molti un superfluo per il nostro paese, i primi settori dai quali tagliare quando i conti non tornano.


Per il governo la cultura non è un’arma strategica del nostro paese, un elemento per aumentare la possibilità di uscita dalla crisi; “ma dove togliere….”


Ma dove si fermano i tagli di Tremonti?

Anzi dove vengono immesse gigantesche risorse di denaro pubblico?


Nell’acquisto di 131 bombardieri F35 per un costo totale di 14 MILIARDI DI EURO!

Le oltre 20.000 firme di sostegno raccolte alla mobilitazione “NO F35” coordinata da Sbilanciamoci! e Rete Italiana per il Disarmo con il fondamentale contributo di GrilloNews, sono state consegnate simbolicamente ieri ( 23 Dicembre) al Governo con una significativa manifestazione di fronte a Montecitorio.

La campagna ha in questo modo chiesto ancora una volta di non proseguire nel progetto F35, a cui l’Italia partecipa fin dal principio, e di utilizzare per scopi sociali più utili ed urgenti i circa 14 miliardi di euro che ci potrebbe costare da ora in poi l’acquisto di 131.


La Rete Italiana per il Disarmo da tempo è in mobilitazione per dire NO all’investimento di fondi pubblici in strumenti bellici e per segnalare come le promesse ricadute occupazionali non saranno mai così grandi come sbandierato e non potranno mai compensare l’impatto negativo di questo progetto per l’Italia.

La campagna ha portato in piazza un albero di Natale per evidenziare anche simbolicamente a tutta l’opinione pubblica italiana come il Governo Berlusconi stia preparando un bel “pacco” contenente 131 cacciabombiardieri d’attacco che non servono assolutamente a nulla, anche in prospettive militari.

Un costo che potrebbe essere trasformato in sostegno a politiche sociali, alla ricerca, alla cultura che sarebbero dei veri regali per molti italiani.

domenica 13 dicembre 2009

ESPOSIZIONE COLLETTIVA 2009/2010





Sabato 19 Dicembre 2009 alle ore 17,30 nelle Sala d’Arte Curcio di Borgaro Torinese si inaugura la mostra collettiva di 22 artisti.

Non ci sarà un tema unico e privilegiato come d'altronde non può esserci unilateralità nella vita di un uomo; l'attività artistica necessariamente riflette la vita, il pensiero, i desideri dell'artista…

Una raccolta di opere realizzate in svariate tecniche e nei più diversi stili: artisti, creativi, diversi per scelte e indirizzi, e anche per spessore culturale, qualità e professionalità.

Diverse saranno le opportunità d’espressione, per avviare un confronto tra artisti in ampiezze d’orizzonti culturali che si allargano oltre il तेर्रितोरियो

La Sala d'Arte Curcio nasce dalla passione per l'Arte del Sig. Albanese Giuseppe
titolare della Tipografia Curcio Arti Grafiche di Borgaro Torinese, che da tempo ospita periodicamente nei suoi locali le opere delle forme espressive pittoriche di diversi artisti in una cornice semplice e conviviale,
confermata nella sua originalità dalla presenza di folto pubblico.





"Sala d'Arte" della premiata tipografia Curcio
Indirizzo:
Via Lanzo 181.
Come raggiungerci: dopo uscita BORGARO della tangenziale nord, proseguire verso l'abitato, ( via Lanzo) al semaforo lato sede ditta "Semeraro"/ "coop" svoltare a sinistra. Ampio parcheggio.






giovedì 10 dicembre 2009

Arte sotto la Mole: sconvolgente articolo pubblicato su: "Lo Spiffero.com" di Bruno Babando.








Alle donne del castello piace molto fare quello............ enunciava inequivocabilmente un film scollacciato di metà anni Sessanta con la giovane e procace Edvige Fenech.

Del Castello di Rivoli invece sappiamo solo che a dirigerlo non sarà più una donna: dopo diciotto lunghi anni di incontrasto dominio di Ida Gianelli, la signora dell’Arte Povera, longa manus del suo ex Germano Celant, amante dei poteri forti e dell’high society, dopo il breve interregno di Carolyn Christov-Bakargiev che ha lasciato la direzione per approdare in Germania, nessuno sa chi occuperà la poltrona del più prestigioso museo d’arte contemporanea in Italia.

Già, ma è davvero ancora il più prestigioso, oppure l’incertezza che da più di un anno regna sovrana non fa forse presagire un riassetto della geografia artistica nel nostro Paese?
Andiamo con ordine. Dopo la crisi industriale degli anni Novanta, Torino si è “reinventata” città della cultura, del loisir, dell’arte.

Musei chiusi come la GAM finalmente riaperti al pubblico, altri costruiti ex novo come la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e la Fondazione Merz, attorno un proliferare di spazi istituzionali e indipendenti, gallerie d’avanguardia, una fiera sempre più evento e sempre meno मेर्कातो.
। Pur non facendo mai numeri di rilievo (l’unico museo realmente amato dal pubblico torinese, Palazzo Bricherasio, chiuderà i battenti a fine dicembre), il mood in città ne ha certamente guadagnato, almeno dal punto di vista strategico: Torino capitale dell’arte contemporanea è divenuto un brand molto spendibile dalle istituzioni, divenute improvvisamente futili e vanesie, atteggiamento strano per i pragmatici piemontesi.


Torino ha così funzionato perfettamente da vetrina, dimostrandosi ospitale e accogliente per gli stranieri, ma dimenticandosi che per “scattare in avanti” è necessario produrre cultura, non solo importarla ed esibirla. Come succede a Valencia, Basilea, Anversa, Rotterdam, città di seconda fascia (sotto il milione di abitanti) capaci di inventarsi uno specifico locale forte e subito riconoscibile, nel campo della moda, del design, dell’architettura.

Torino, invece, si è arricchita di musei e si è depauperata di artisti. Dopo la generazione “dell’emergenza”, emersa negli anni Novanta, di nuovi artisti torinesi poche tracce. E così l’arte muore.

L’arte muore ma restano i musei, i direttori e le loro nomine. Mai che ai cittadini sia dato sapere qualcosa sui programmi, sulle linee guida, sulle intenzioni. Come carbonari, discutono e tramano di poltrone in luoghi segreti, alla gente non resta che prenderne atto.

Così dopo il lungo balletto per la direzione della GAM, assegnata a Danilo Eccher, inizialmente osteggiato dall’assessore Fiorenzo Alfieri che non voleva un “veltroniano”, il tormentone è passato a Rivoli। Per mesi è parso che l’unico candidato plausibile fosse Andrea Bellini, direttore da tre anni di Artissima, fortemente sostenuto dall’assessore regionale Gianni Oliva, nomination politica insomma che però non piace ai torinesi: troppo giovane, troppo romano, troppo mercato. Troppo sopportato, se il centrosinistra dovesse (auspicabilmente) perdere le elezioni a marzo.

Nel frattempo, arrivato Giovanni Minoli alla presidenza del Castello, è cominciato un lungo e segreto tour di consultazioni tra saggi e saggini, che dovrebbe portare alla scelta entro fine dicembre. I nomi sono quelli usciti sui giornali: Birnbaum, Basualdo, Gioni, Enwezor…

L’impressione è che dietro tutte queste incertezze ci sia invece una chiara consapevolezza। Dopo anni di lustro, il Castello di Rivoli è un museo in fase calante, dallo scarso appeal presso il pubblico, lontano, mal collegato e impervio। Vale davvero la pena investirci tanti soldi, se non dopo un profondo cambio di rotta? Nel frattempo a Roma aprono due nuovi musei d’arte

contemporanea, il MAXII gioiello di Zaha Hadid e il MACRO progettato dall’architetta francese Odile Decq। Gestazione lunga ed estenuante, la Capitale avrà due nuovi spazi in centro città, dove non manca certo il turismo

E’ prevedibile dunque che l’asse del contemporaneo, dopo un quindicennio, si sposti da Torino a Roma e che il Castello possa sopravvivere ridimensionato come un museo di nicchia।

Neanche il museo di Torino, ma quello di Rivoli…




Luca Beatrice.

mercoledì 2 dicembre 2009

Rivisitazione cromatica dell'opera "Impeto selvaggio"












Pubblicato e distribuito nelle librerie il libro di poesie della grande poetessa Alda Merini ( recentemente scomparsa) dal titolo " Requiem" (edizione LietoColle il 13 Novembre 2009.)




Lietocolle dal 1985 ha pubblicato le opere della poetessa.

In questo caso la casa editrice ha scelto per la prima pagina, una mia opera di collages ("Impeto selvaggio" 150x180 -1994).

Ho autorizzato la colorazione dell'opera in copertina "viola" ( cosi com'è il libro) a rappresentare le pene della scrittrice ma anche l'energia e l'intreccio di temi quali l'eros e amore, di luce e passione.
Infatti sono raccolte le sue poesie d'amore.


Il mio pensiero personale su Alda Merini.

"Alda Merini ha da sempre dialogato con la propria emotività, un continuo fluttuare di umori, tra rifiuto e accettazione.

E’ proprio da questo dialogo con la sofferenza e l’amore di cui Alda ne ha fatto risorsa trasformando l’esperienza in un segmento di vita intenso e spirituale.

Le sue poesie ne hanno fatto da testimone, trattandosi di parole “vere”, dettate dall’animo.

Eppure le poesie di Alda sono investite da un timbro affettivo e di mistero che rende alte e intense le esperienze umane, anche le più estreme..."

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“Impeto selvaggio” (Collages 180x150 – 1994)

Omaggio alla poesia di Jacques Prevert.
"Impeto selvaggio" è l'inebriante follia dell'amore, quando gli occhi gridano al vento il loro amore...

martedì 24 novembre 2009

Da Farinacci a Bondi, ritorna l’arte del ventennio : “Tematiche epico-popolari”.








Sul settimanale "Grazia" del mese di Agosto 2008 il ministro Bondi (portato da Berlusconi al governo per occuparsi di cultura, premiato per aver scritto una biografia su Berlusconi e poesie dai critici stroncate e sbeffeggiate) concede l’intervista al settimanale, specificando di voler promuovere e sostenere nuovi artisti.
Rivelò così: “Faccio fatica a trovare segni di bellezza nell’arte contemporanea: se visito una mostra faccio come molti, cioè fingo di capire”.
“Ma sinceramente non capisco”.

“Coltivo la mia spiritualità con molta fatica e molte contraddizioni.- diceva il ministro - Viviamo in un’epoca priva di spiritualità e, dunque, di bellezza.
Come Ministro sono determinato a custodire e conservare tutto il valore artistico che ci viene dalla tradizione e dal passato”.

In quel momento è come se Bondi si fosse addormentato nel 1895, all’inaugurazione della prima Biennale di Venezia e si fosse svegliato nel 2008... L'arte contemporanea è una parte imprescindibile della realtà complessa di oggi e usa linguaggi che esprimono questa complessità.


Il settimanale “L’Espresso” di oggi 24 Novembre 2009 pagina “attualità” articolo di Roberto Di Caro, riporta la conferenza stampa di Bondi, titolata: “Una mostra sul suo amico Cascella, nuove regole per le nomine e opere popolari. Così il ministro vuole mettere le mani sulla Biennale di Venezia.”



È da quando si è insediato al ministero dei Beni culturali che Sandro Bondi, tra un attacco all'arte contemporanea :"Sinceramente non la capisco e fatico a trovarvi segni di bellezza" e uno agli artisti: "Proni, servi, accattoni, animati non dal sacro fuoco, ma da un pregiudizio politico ostinato."

Nell’ambito della conferenza stampa aggiunge inoltre:
"È opportuno ripensare compiti e funzioni della Fondazione, tema sul quale da tempo ho avviato una profonda riflessione" (che, tradotto) significa mettere all'ordine del giorno l'ipotesi di un decreto per riscrivere per la terza volta in un decennio lo Statuto della Biennale, mandare a casa con due anni di anticipo i 5 membri dell'attuale cda, completare lo spoils system con la nomina di un nuovo presidente allineato ai valori del ministro e del centrodestra.

Tutto ammantato di nobili motivazioni culturali: esporre opere comprensibili al pubblico, far crescere giovani leve di artisti, recuperare la nostra tradizione figurativa, epica, promuovere l'arte italiana nel mondo come Luca Zaia all'Agricoltura sponsorizza vini e formaggi della Penisola. Ribadisce scandendo le parole: “La cultura deve avere per me una matrice po-po-la-re!".

Termina con la richiesta imperativa di una mostra al suo amico Pietro Cascella al Giardino delle Vergini, la nomina ministeriale dei curatori del Padiglione Italia della Biennale con criteri dichiaratamente politici.

lunedì 16 novembre 2009

L'immagine del trascorrere del tempo.....









Il Po non è paragonato a un Dio pagano, ma è semplicemente lo spunto per poter osservare da vicino la vita della gente più umile, per conversare di letteratura, per documentare tradizioni che, nella fase di passaggio dalla civiltà contadina all’economia industriale, rischiano di scomparire, detto da Mario Soldati durante l'inchiesta più particolare della televisione italiana nel lontano 1956 "il viaggio nella valle del Po."


Il delta di Comacchio rappresenta uno spettacolo d’altri tempi con canneti, scanni e dune su cui si estendono macchie di boscaglia a salice ed ontano. E' interessante il dramma plurisecolare di questo mondo fatto d'acque salmastre, di vegetazione palustre, di stagni, di cavanne, di piccole barche, degli atrezzi per la pesca (Il lavoriero) dei suppellettili della quotidianità....


Quest'opera racchiude l'immagine del trascorrere del tempo, nulla che poteva servire nella realtà è rintracciabile, appartiene ad un altro vissuto, ad un altro tempo, perso, abbandonato, sopraffatto da un sentire ignoto...




"Lavoriero"
100x40 plurimaterico-2009

mercoledì 11 novembre 2009

Mai più casi Eluana a Torino.





Ieri in Consiglio Comunale, è stata approvata (su proposta della prima firmataria Monica Cerutti di Sinistra e Libertà) l’istituzione di un Registro del Testamento Biologico in Comune.



Il registro sarà, un servizio messo a disposizione dalle strutture Comunali, già adottato da Comuni come Pisa, Firenze, Vicenza, Genova e il X Municipio di Roma.

Un registro idoneo a raccogliere, su base volontaria, le dichiarazioni dei cittadini che intendono esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione sul trattamento sanitario di fine vita, come testimonianza di volontà della persona.

Il Consiglio comunale non ha ancora scelto a quale modello ispirarsi: il testamento biologico potrà essere depositato presso un notaio, oppure consegnato in busta chiusa presso l’ufficio competente, (per chi non è in grado di farlo davanti a un notaio, magari per questioni economiche) come ha recentemente deliberato Genova.

Dobbiamo ringraziare Beppino Englaro che ha messo a disposizione la sua tragedia per difendere i diritti e la dignità non solo di sua figlia, ma di tutti.

Il caso di Eulana e la lunga battaglia di suo padre, hanno risvegliato la voce della coscienza e del diritto laico a non essere soffocati dall'integralismo bigotto del potere Vaticano.

Comunque la si pensi Beppino Englaro è stato un uomo che ha restituito al nostro Paese quella dignità che spesso noi stessi gli togliamo.

domenica 8 novembre 2009

20 anni dalla caduta del Muro : L’uomo che ha cambiato la storia…




“La storia non si fa in un giorno e una data precisa non potrei indicarla.
Il crollo del Muro di Berlino, in effetti, fu solo l’atto finale, il culmine di un processo che andava avanti da tanto tempo." (Mikhail Gorbaciov).


il Muro di Berlino crolla e sancisce la fine di un’epoca non solo per la Germania, ma anche per l’Europa e il mondo intero.
La fine della guerra fredda, un nuovo vento di cambiamento, la caduta dei regimi.


(Collages giornale e cartoline originali, 50x80 1990).


Il collage rappresenta la svolta:
dal rosso delle bandiere e dei drappi che fungevano da coreografia e addobbavano ogni luogo, che nell'immaginario collettivo veniva enfatizzato al culto comunista, al rosso del logo della CocaCola, metafora, emblema del consumismo capitalista.

Passare dal rigido sistema dello stato socialista ( la CocaCola veniva dichiarata il sintomo della decadenza statunitense) , alla leggenda della americanissima multinazionale “The Coca Cola Company”, il mito dell'immaginario collettivo.

Questo per rimarcare che la globalizzazione, ha travolto tutte le barriere e le ideologie che intralciano la formazione di un unico mercato mondiale, e la sua espansione.

Nel 1990 a Mosca, la prima e visibile "pubblicità" sparsa per tutta la città, su immensi cartelloni, bus, ristoranti, metropolitana ecc..era il logo della Coca-Cola.


Il 15 marzo del 1990 il Congresso dei rappresentanti del popolo dell'URSS (il primo parlamento costituito sulla base di libere elezioni nella storia del Paese) elegge Gorbaciov ( rappresentante della nuova generazione)
presidente dell'Unione Sovietica.

L'articolo riporta il primo discorso di Gorbaciov (23 Marzo 1990) che sucessivamente nomina Presidente del Praesidium del Soviet Supremo della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa, Boris Eltsin e Ministro degli Esteri Shevardnadze.

Il 15 ottobre dello stesso anno, grazie alla sua fama di riformatore e leader politico mondiale, nonché al contributo fatto per cambiare in meglio le sorti della guerra fredda, gli viene assegnato il Premio Nobel per la Pace.


Mi ero fatto spedire da una amica di Mosca, una copia del quotidiano "CObetckar Poccnr" (Notizie Sovietiche) quotidiano politico dell' URSS, più importante della "Pravda."


Un pò ingiallito, ma dà un certo brivido alla memoria vedere un giornale originale dell'epoca, che riporta in prima pagina la foto ed il discorso di Mikhail Gorbaciov nella grandiosa (e lugubre) sala delle cerimonie del Cremlino, (con ancora la vecchia nomenklatura del Politbjurò) che segnato la svolta epocale del secolo passato, quattro mesi prima, grazie a lui era crollato il muro di Berlino.


Gia nel 1985 quando fu eletto segretario del PCUS identificò una nuova attitudine a non celare le difficoltà, a discutere liberamente "in modo trasparente" di qui la "perestrojka" e "glasnost" cioè: introdurre trasparenza nel dibattito politico e nella società civile Sovietica, ed il tentativo di ricostruire lo Stato (c'era la convinzione che il sistema sovietico non fosse riformabile).


La rivoluzione di Gorbaciov cominciò da quella che, ancora oggi, rappresenta la maggiore acquisizione dall'epoca di Stalin, ovvero la libertà di espressione.

Diventava perciò possibile avere ragione sul Partito, la cui parola cessava di essere verità assoluta.

La censura centralizzata iniziò ad indebolirsi, per ridurre il suo ruolo al controllo delle informazioni sui segreti di stato.

A partire dal 1990 venne permessa anche la critica su Lenin.
Questa trasparenza non aveva però portato a miglioramenti concreti delle condizioni di vita.

Dal punto di vista economico infatti, gli anni della gestione Gorbaciov furono disastrosi: il livello di vita dei sovietici è andato sempre peggiorando, togliendo credibilità agli occhi della popolazione alle numerose riforme economiche ed al nuovo dispositivo giuridico.

La perestrojka sconvolse un'economia basata su coercizione e corruzione, inoltre la mancata creazione di istituzioni giuridiche affidabili che fossero in grado di garantire il diritto di proprietà e la stipulazione di contratti regolari, che assicurassero la soluzione di contenziosi e l'esecuzione delle decisioni, impedivano l'instaurazione del libero mercato.

La fine dell’Unione Sovietica e dei paesi satelliti è poi storia, quella dei due tentativi di golpe, Gorbaciov (nel frattempo sequestrato nella sua dacia in Crimea), dallo smantellamento di Eltisn, a Vladimir Putin, oggi, impegnato in un'ombrosa e ambigua operazione per ridare credibilità e un nuovo ruolo internazionale alla Russia.


vedi anche: galleria n°17 FESTIVAL MONDIALE DELLA GIOVENTU' e DEGLI STUDENTI DI BERLINO EST.

http://www.artmajeur.com/catanquader




http://www.facebook.com/album.php?aid=59068&id=637242751&saved#/album.php?aid=59068&id=637242751

sabato 7 novembre 2009

Il castello posticcio di Artissima 2009 torna ad incantare Torino........









Pensieri in libertà.......



Le tante prestigiose gallerie straniere presenti ad Artissima osservano la società Italiana, la scrutano, la studiano e presentano i lavori di artisti che raffigurano la nostra situazione, cioè capacità di ripetere con il linguaggio artistico quanto di babelico vi è nella nostra società....


Ogni artista è libero di proporre ed interpretare una personale visione della contemporaneità....
Ma sono ben altra cosa le cialtronerie dettate dalla "trovata" più o meno eclatante, difatto prive di contenuto, che diventano solo caduta qualitativa, talvolta banale...



(nella foto "Il caro estinto" secondo Irwin.
L'opera di grande interesse ad Artissima, proposta dalla galleria Gregor Podnar di Berlino s'intitola «Corpse of Art»).

venerdì 23 ottobre 2009

La GAM di Torino il 24 ottobre riapre i suoi spazi espositivi


"La GAM, Galleria d´arte Moderna e Contemporanea di Torino, proposta nel nuovo allestimento ordinato per temi dal direttore Danilo Eccher apre Sabato al pubblico."



Due mesi di chiusura al pubblico per svolgere un grande lavoro di progettazione e di riallestimento delle collezioni permanenti, oltre che per ridisegnare completamente la struttura delle sale dedicate alle mostre temporanee, alla Videoteca e ai Servizi Educativi.


Il pubblico si troverà a ripercorrere le sale della GAM con l'impressione di visitare un museo nuovo, riorganizzato secondo un progetto museografico che pone come essenziale l'integrazione e il dialogo tra le opere, che facciano parte delle collezioni permanenti o che si inseriscano nelle mostre temporanee.


Si parte a scelta da una delle sezioni, tra il primo e il secondo piano dell´edificio. Ognuna presenta un colore diverso alle pareti ed è introdotta da un prologo dedicato all´800, per tutte è previsto un percorso didattico, con schede e didascalie sala per sala.


Il tema della "Veduta" prende il via dai delicati medaglioni e ovali di Giovanni Battista De Gubernatis, si prosegue con vari paesaggi, da Pietro Bagetti e Massimo d´Azeglio fino ai successivi in cui è la materia a divenire protagonista, da Alberto Burri a Cy Twombly.



Al primo piano una Wunderkammer per l´esposizione della grafica (l´esordio è con i disegni a penna e acquerelli di Pietro Giacomo Palmieri).



Dal primo piano si accede alla mostra Teatro della performance, che prende le mosse dalla ricerca performativa che dalla fine degli anni Cinquanta ha caratterizzato il lavoro di un gruppo di artisti.

Da Kazuo Shiraga del gruppo Gutai, presente a Torino nel ‘59, a Hermann Nitsch, Michelangelo Pistoletto, Marina Abramovic, Paul McCarthy e John Bock fino a Gilbert & George, che proprio alla Gam realizzarono la loro prima performance italiana nel 1970.



Nel sotterraneo lo spazio Gam underground project, per la ricerca e la sperimentazione, ampliati locali per la didattica e per una videoteca tra le più ricche in Europa.

Si apre anche la mostra storica Teatro della performance, ancora a cura di Eccher, dedicata alla struttura scenica prodotta dall´artista e preannunciata all´ingresso dalla Grande sfera di giornali realizzata tra il 1966 e il 2009 da Michelangelo Pistoletto.
Sempre nel sotterraneo spazio per Ian Kiaer, artista nato a Londra.

Un percorso curato da Elena Volpato, prima di una serie di indagini sull´arte attuale in rapporto alla cultura modernista del secolo scorso, propone 21 installazioni incentrate sul tema del punto di vista, con riferimenti che spaziano dai Cacciatori nella neve di Bruegel ai dipinti di Mondrian, dal progetto utopico di Ledoux all´Architettura alpina di Bruno Taut, da un racconto di Paul Scheerbart alla Montagna incantata di Thomas Mann.

_________________

GAM-GALLERIA CIVICA D'ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Via Magenta, 31 10128 Torino

ORARI DI APERTURA
Collezioni e mostre
Da martedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00
Lunedì chiuso
La biglietteria chiude un'ora prima.

INGRESSO
Intero € 7,50
Ridotto € 6,00
Gratuito il primo martedì del mese.

domenica 11 ottobre 2009

Ottime iniziative alla Reggia di Venaria







Ottime iniziative alla Reggia di Venaria annunciate ieri durante una conferenza stampa da Fabrizio Del Noce, presidente del consorzio gestore della residenza.



Dal 28 novembre proporrà la mostra «Cavalieri: dai Templari a Napoleone. Storie di crociati, soldati e cortigiani».
Le racconterà con opere di Tiziano, Carraci, Rubens e Goya, che inaugureranno nuovi spazi ai piani superiori.

Mentre per il 2010, anno dell’Ostensione della Sindone, si annuncia la mostra «Gesù di Nazareth: un volto un corpo per l’arte», dedicata all’interesse che la persona fisica di Gesù ha destato nei secoli.

Lo stesso anno seguirà una mostra su «Quattrocento anni di cinema: dal film paint alle lanterne magiche», curata con il Museo del Cinema, in occasione del suo decennale alla Mole.

Gianni Oliva, Assessore alla Cultura della Regione ha detto che : “la Reggia di Venaria decretata dall'UNESCO Patrimonio Mondiale dell'Umanità, si classifica come il quinto sito culturale più visitato in Italia, dopo le vestigia di Roma antica, Firenze, Venezia e Pompei”.

FOTO:
( prendendo spunto dal pieghevole informativo, nel 2008 ho realizzato il Collages/tecnica mista: " Andaluso del Re" 80x100-2008)

lunedì 28 settembre 2009

L’ Italia che sta perdendo quel che ha di più prezioso…




Ho seguito il programma PRESADIRETTA andato in onda Domenica 27 settembre 2009 alle 21.00 su RAI 3.


Titolo della puntata : “Oro buttato.”

Sono rimasto allibito: milioni di euro dei contribuenti buttati per favorire il potente di turno, progetti mai realizzati ma finanziati, (compresa la Congregazione per la Evanegelizzazione dei Popoli, di proprietà del Vaticano, con sede in Piazza di Spagna proprio a fianco della famosa scalinata, nel 2006 per la realizzazione di una pinacoteca, lo Stato ha versati duemilioni e 500 mila euro, hanno ristrutturato il palazzo, creato appartamenti, ma la pinacoteca non c’è! ).

Per la formazione del personale dei beni culturali lo Stato spende nel 2009 un totale di 5 centesimi per dipendente ( molti restauratori, archeologi..).

Con questi tagli, il rischio è la distruzione dei laboratori di restauro e di tutela (di grande rilevanza storica e culturale) , con la conseguente spaccatura insanabile per la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del patrimonio archeologico d’Italia e principalmente di Roma.

Il sevizio ha mostrato lo stato di degrado del Museo archeologico di Roma: casse su casse di anfore e reperti, senza una collocazione senza essere visitabili, ai campi Flegrei 231 milioni per progetti ma non si mette in circolo nessuna informazione, siti chiusi per mancaza di custodi.

La “chicca” più interessante è l’Agenzia ARCUS legata a tre Ministeri : Economia, Infrastrutture, Beni Culturali.
Questa agenzia che dovrebbe essere il braccio operativo dei Beni Culturali, ha spalmato lo scorso anno 250 milioni di euro per interventi già realizzati, questa società promuove interventi che interessano il politico di turno, magari perché interessa il proprio collegio elettorale.

Ci sono 9, dico “nove” dipendenti che occupano un Palazzo storico in via Barberini, nel centro di Roma, l’affitto annuo è di 175 mila euro, il consiglio di Amministrazione è composto di 7 consiglieri compreso il presidente, con incarico strapagato.

Il servizio ha poi fatto vedere come i nostri vicini Francesi trattano il loro patrimonio e ci fa il ritratto di Montpellier, città di provincia che, valorizzando i suoi piccoli tesori, ha generato turismo e posti di lavoro.
In Italia invece si sprecano anche le risorse umane: archeologi, storici dell’arte e restauratori che hanno studiato con passione per anni si ritrovano quasi sempre sottoutilizzati, per decenni, con pochi soldi, in lavori precari.

Un duro racconto di un’Italia che sta perdendo progressivamente quel che ha di più prezioso….




http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-f10cea7e-5374-4f4a-9cde-01cedee93c5a.html?p=0

venerdì 25 settembre 2009

“DALLA STANZA DEL PESCATORE”






Questa è uno delle opere danneggiate durante il nubifragio e conseguente allagamento del 13 Settembre 2008.

Ha richiesto un intervento di restauro, molto impegnativo: la pulitura, la stuccatura delle lacune, la reintegrazione della parte pittorica con il fissaggio del colore e della preparazione, consolidamento del supporto in tavola.

“DALLA STANZA DEL PESCATORE”
(100x120) -2001.

"Abbiamo bisogno di favole che assomiglino alla verità..."
( Voltaire).

I colori del cuore, una magica atmosfera mediterranea, la semplice e suggestiva stanza del pescatore.
Quando lo sguardo scorge dalla finestrella il cielo azzurro, quasi di seta, carico a fare da sfondo a piccole nuvole bianche, le solite, che pero' qui appaiono come irreali e tutto diventa emozione….

Mi soffermo e rimango a lungo, in silenzio di fronte alla finestrella che sbocca verso il mare.
In silenzio, semplicemente a guardare l'orizzonte.......

Concentrando l'attenzione su questa linea del cielo e del mare.
Questo mi permette di fermare il pensiero, e quasi di “esistere sull'orlo del tempo...”
E' possibile andare oltre il limite del nostro esistere che ci chiude in un breve spazio?
E’ un invito a riflettere, e meditare per vincere la nostra miseria...
Ecco i due estremi inconciliabili: tracce di mare e cielo, come mete che a volte sembrano scambiarsi e confondersi perchè prive del loro orizzonte........


(Opera in esposizione da oggi presso "Caffetteria i Portici" Caselle).

venerdì 18 settembre 2009

Mostra/asta benefica organizzata per raccogliere fondi a favore della associazione “Il sogno di Samuele”.






In occasione del “Settembre Casellese 2009”, nella Chiesa Confraternita dei Battuti,
(Piazza Boschiassi) a Caselle, Sabato19 Settembre alle ore 18 verrà inaugurata la mostra di pittura con le opere dei seguenti artisti pittori/scultori:

Airola – Albano – Bartolini – Battistella – Borgarello
– Bronzino – Feroglia – Frassa – Marchitelli Rosaclot
– Musci – Pisano – Randò – Roccato – Rollero.



In offerta a tutti gli appassionati estimatori ed il cui
ricavato andrà interamente devoluto al fondo per
realizzare “il sogno di Samuele”, e precisamente: un
centro scolastico a Sarh in Ciad ed un centro giovanile
a Mappano di Caselle.

Le offerte benefiche, pari o superiori al particolare prezzo base fissato dai singoli
artisti, dovranno essere presentate al Comitato organizzatore, presente in loco, entro le ore 19.00 del giorno di chiusura della mostra-asta.

Gli interessati saranno costantemente informati circa l’entità
delle proposte di aggiudicazione in precedenza presentate.
Le aggiudicazioni verranno definite e comunicate
dal Comitato alla chiusura della mostra.

Diamo una generosa testimonianza nel caro ricordo
dell’indimenticabile SAMUELE CALLEGARO.

Organizzatore
PITTORI/SCULTORI
Tipo:
Arte - Mostra

ingresso libero
Inizio:
sabato 19 settembre 2009 alle ore 18.00
Fine:
lunedì 21 settembre 2009 alle ore 20.00
Luogo:
spazio espositivo: antica Chiesa dei Battuti
Indirizzo:
P.zza Boschiassi
Città/Paese:
Caselle Torinese, Italy

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mercoledì 16 settembre 2009

L'arte di Cristina : natura, materia, mente, spirito.





E’ stato originale e bello raggiungere all'atelier di Cristina, percorrendo il sentiero principale del Bosco del Vaj seguendo le installazioni scultoree che indicavano il percorso da seguire.

Un cammino in un ambiente naturale, dal fascino indiscutibile, un percorso di riappacificazione con la natura, con noi stessi con gli altri.

Il bosco ha un suo equilibrio e tutto contribuisce alla sua vita: nulla va scartato, tutto ha senso nell’armonia generale.

Dal bosco s’impara a vivere, ad apprezzare ombre e luci, le spine i rovi, le castagne.
Si impara che nella convivenza umana bisogna accettare tutto, cercando di capire più che di giudicare.

Nel percorso espositivo, le sue creazioni, “accendono il pathos” nel contemplare gli oggetti di pietra e quelli appositamente creati per complementi d'arredo recentemente importati dal suo viaggio in Brasile.

I recenti lavori su tela, rappresentano stati d’animo e suggestioni filtrate con animo riflessivo : simbolismi restituiti da mondi remoti e misteriosi, sintesi di materia e spirito in cui si proiettano qualità sia emozionali che cognitive.

Grazie per l’accoglienza, i graditissimi spuntini con legumi e vinello… Alla prossima.

giovedì 20 agosto 2009

Vacanze brevi…ma intense……








C'è un posto dove.........
Cultura, natura, profumi e colore ..........diventano emozioni.

Giornate all’insegna di di cromatismi che inducono suggestioni in questo lembo di terra vulcanica e di antiche vestigia…

Lo spettacolo che si presenta ai miei occhi è da togliere il fiato: scogliera e mare caraibico con tonalità di turchese…



Quelle mattine
d’Agosto,
cullate dal tepido
vento dell'est…

Vi aleggiava
l’ebbrezza d'attorno,
un sospiro di magìa...

martedì 14 luglio 2009

VISIONE E LUNA…………






C’e sempre in ogni pittore un momento magico, cioè il momento in cui l’artista impegna la fantasia ed evade:

l’inconscio trasmette “sensazioni colorate” e lui lo trasmette nella tela.

In quest’opera il realismo descrittivo e simbolico si fondono;

scenografia e racconto si incorporano totalmente…





"La Luna
non ha spazi da nascondere,
nuda
come il primo passo
dell’uomo,
che ha cercato la verità
del suo cammino."


Acrilico 50x60 luglio 2009

martedì 30 giugno 2009

«Giotto o non Giotto?» A che serve sapere la verità?



SECONDO FO «GIOTTO ERA TROPPO
GIOVANE PER POTER AVERE UN INCARICO
COSI' IMPORTANTE NELLA BASILICA DI ASSISI»




Il grande artista avrebbe dovuto esibirsi avanti alla Basilica maggiore. «La Curia preferisce le canzonette alla storia dell’arte».



Domenico Sorrentino, presule delle 63 parrocchie di Assisi, lo ha detto a chiare lettere a Dario Fo premio Nobel di cambiar aria, di portare altrove lo spettacolo «Giotto o non Giotto?», che avrebbe dovuto andare in scena nella piazza davanti alla basilica superiore di Assisi.



Perché il veto?

Qualche motivo di natura religiosa, neppure troppo sorprendente in un autore come Fo, mai troppo tenero con il clero?

Tutt’altro: a irritare il vescovo Sorrentino è il contenuto «culturale» del monologo, nel quale Fo afferma che gli affreschi della basilica con le storie di San Francesco non sono attribuibili a Giotto come vorrebbe la tradizione.



Così la terra di Francesco respinge oltre i confini della Curia la disputa artistico-culturale sulla paternità del ciclo pittorico della navata della basilica e difende a tutti i costi una verità artistica un po’ traballante.

Lo fa il vescovo, che trova molti concittadini disposti a seguirlo. «Gli affreschi non sono di Giotto? A che serve questa verità - si chiedono - Tanto i pellegrini non lo saprebbero mai e serve soltanto a far crollare una magnifica illusione agli ultimi poveri assisani. Che ce la lascino, questa illusione...».



Replica, amareggiato, Dario Fo: «Questo è il segno dei tempi.

E' davvero un'espressione di quel retrivo conservatorismo culturale per il quale ogni alterazione dello status quo diventa un atto di blasfemia».

Per Dario Fo il veto del vescovo allo spettacolo - un monologo di cinque ore in due serate - altro non è che una forma di «censura preventiva».



. E intanto, nella stessa piazza, era stato montato il palco, le luci, gli amplificatori per il concertone del 12 giugno, con Renato Zero, Raf, Tiziano Ferro.
«Vanno bene le canzonette di fronte alla basilica di San Francesco, vanno bene le ragazze danzanti e perfino i numeri da cabaret ma, per favore, niente storia dell'arte», attacca, con una battuta, il figlio di Dario, Jacopo. Che spiega: «Ancora una volta un malinteso senso del sacro porta le gerarchie ecclesiastiche a praticare la censura».



Eppure, Dario Fo, che da perfezionista qual è si è documentato per quattro anni prima di decidere di portare in scena il contestato spettacolo, non è né il primo né il solo a sostenere che i dipinti di Giotto non sono di Giotto.



Sulla questione Giotto-non Giotto, Dario Fo - da Cesena dove si trova da qualche giorno per le prove dello spettacolo, previsto in anteprima nazionale per il 2 e 3 luglio - trova il tempo, di discettare su questioni propriamente tecniche: «In primo luogo Giotto era troppo giovane per poter avere un incarico così importante, anche se bisogna riconoscere che in un'epoca in cui a cinquant'anni si era già considerati vecchi, a venticinque si poteva a buon diritto ritenersi uomini decisamente maturi».


Quanto allo stile più di un elemento indurrebbe a credere che sia stata la mano di Cavallini e non quella di Giotto a realizzare il ciclo pittorico: «Basti pensare - si infiamma Fo - alla tecnica di stesura del colore, alle ombre, alle velature, all'uso dell'appretto».



Dario Fo del suo studio su Giotto potrebbe andar avanti a parlare per ore.

Ha studitao tutto nei minimi dettagli, per giorni, mesi, anni.

L'unica cosa che forse gli è sfuggita, quella cui non si è ancora abituato («nonostante alla censura ho ormai un allenamento di sessant'anni»), è proprio il rischio dell'esilio, l'ostracismo dettato dalla paura di una qualche grana.

Nei primi anni del XX secolo gli storici dell’arte tendevano ad attribuire a pittori conosciuti quadri e affreschi, come ad esempio il ciclo di affreschi della basilica di Assisi.






I dubbi.

Bruno Zanardi, restauratore della Basilica di Assisi dopo il terremoto del 1997 e storico dell’arte, a mettere in discussione la tesi vasariana dell’attribuzione a Giotto degli affreschi della vita di San Francesco della Basilica Superiore.

Zanardi riconobbe la mano di un pittore di scuola romana, forse Pietro Cavallini, l’unico grande pittore gotico stranamente assente dal Cantiere di Assisi.
L’attribuzione di Zanardi fu avvalorata da Federico Zeri, uno dei più grandi storici dell’arte.

venerdì 19 giugno 2009

Nude e senza Photoshop, prime indiscrezioni del calendario più atteso al mondo!



Terry Richardson è andato a scattare in quel’angolo di paradiso tanto selvaggio e suggestivo da essere persino convenzionale.



Regione del Nordest, a quasi 800 km da Salvador de Bahia. Palme svettanti, sabbia rosa, sfondo con laguna.

Siamo alla foce di Rio da Barra, nella spiaggia deserta di Trancoso, detta anche la Goa del Brasile per i trascorsi libertari.

Il fotografo ha ritmi serrati, a cavallo della bellissima Miranda Kerr, distesa sul bagnasciuga, nuda s´intende.

Foto di gruppo con tutte e 11 le modelle, tre australiane, tre inglesi, due brasiliane, un´olandese, un´ungherese e una serba. E anche quest´anno nessuna italiana.



Nella luce clemente e autunnale del tramonto, ci si sposta nell´entroterra, accanto a una pozza cui si abbevera una mandria di bufale macilente.

Le ragazze vengono fatte rotolare nel pantano, e poi fotografate vestite solo (o quasi) di fango.


Ogni modella alla fine della tumultuosa settimana sarà stata oggetto di quasi duemila scatti.

La selezione sarà draconiana: il Pirelli 2010, che verrà presentato a Londra nel mese di novembre, può sopportare al massimo 60 pagine; tutto il resto sarà incenerito.



Fotografo controverso e istintivo, tra i primi a ritrarre Barack Obama («una star, un divo, un uomo dall´enorme carisma») durante la corsa alle primarie, Richardson è un fanatico del realismo esasperato, del dettaglio esplicito, della provocazione.



E dunque un nemico giurato dei filtri, dell´abbellimento e dell´artificio in fase di post-produzione. “Non amo dare anima alle mie foto con la tecnica, voglio che le mie immagini catturino attimi di verità.

Le modelle le preferisco naturali, senza plastiche. E non faccio ritocchi. Anche se c´è un difetto lo lascio.

Il mio sarà un calendario più umano e meno stilizzato”.



Terry Richardson ama fotografare la gente comune per strada; quanto ai divi e alle top li preferisce nature e assonnati.

Scatta le sue foto nei bagni e nelle alcove, ritrae dettagli sgradevoli come una dentiera in un bicchiere, ma anche un modello che orina su un ferro da stiro fumante, una ragazza che munge una mucca con gesto masturbatorio, donne in bagno che vomitano.

Anche trittici di sesso estremo, molti trans, lui stesso in un autoscatto con un suo nudo frontale, sesso orale.

Nessuna autocensura.

Come interpreterà i canoni (e le gabbie) del Pirelli? “Non è il mio primo lavoro perbene e trasgredirò nel limite del pubblicabile”, rassicura.

Come spiega questa inversione di rotta? “Si evolve, si cresce, si cambia. Quanto al nudo, sarà comunque un nudo naturale”.

domenica 7 giugno 2009

E’ anche segno di cambiamento




Il Presidente Americano Barack Obama ha dedicato le ultime ore della sua visita in Europa all'arte e alla cultura, si è regalato un giorno da turista, insieme a moglie e figlie, con una visita al centro Pompidou di Parigi.



In particolare hanno visitato non solo la collezione permanente del Beabourg progettato da Renzo Piano e Richard Rogers nel 1971, ma anche le mostre sullo scultore statunitense Alexander Calder e il pittore russo Vassily Kandisky.

E’ anche segno di cambiamento il fatto che l’uomo più importante e potente del mondo vada in visita al più famoso centro di arte moderna Francese.

Normalmente un politico o un potente (sempre la ricerca dello status symbol) nutre interesse solo quando ci sono affari, il potere (in modo particolare la nostra casta politica) «usa» l' arte ottusamente per riempirsi la casa di opere al di là della passione e vera conoscenza, quello che conta è esternare nella lussuosa villa la “propria collezione...." (Normalmente dopo una corruzione….)




CENTRO POMPIDOU.

Centre Georges Pompidou, Parigi Complesso sito a Parigi e dedicato all'arte e alla cultura, realizzato su iniziativa dell'allora presidente francese Georges Pompidou, cui fu in seguito intitolato.
L'edificio in cui è ospitato, situato nel vivace quartiere di Beaubourg, nella zona del Marais, è una struttura in vetro e acciaio realizzata dagli architetti Richard Rogers e Renzo Piano. Fu inaugurato nel 1977.

Il Centre National d'Art et de Culture Georges Pompidou (detto più comunemente Beaubourg) ospita il Museo d'arte moderna (Musée national d'art moderne), allestito tra il 1982 e il 1985 dall’italiana Gae Aulenti; le collezioni esposte sono rappresentative di molti movimenti del XX secolo, in particolare fauvismo, cubismo e surrealismo, con un'attenzione particolare all'arte francese.

Vi sono conservate, tra le altre, opere di Henri Matisse, André Derain e altri pittori fauves; Pablo Picasso, Georges Braque e altri cubisti, oltre a un gruppo cospicuo di dipinti surrealisti; inoltre opere di Alberto Giacometti, Fernand Léger, Marc Chagall, Chaim Soutine, Constantin Brancusi.

Fra gli artisti di epoca più recente sono presenti Nicholas de Staël, Jean Dubuffet e Franz Kline, nonché espressionisti astratti americani quali Jackson Pollock, Andy Warhol e Robert Rauschenberg.
Il Centre Pompidou è sede anche dell'IRCAM (Institut de Recherche et de Coordination Acoustique/Musique), centro di ricerca sulla musica elettronica fondato nel 1976 e legato al compositore e direttore d'orchestra Pierre Boulez, dotato di una sala da concerto in cui vengono presentate opere di musica contemporanea.

Il Centre Pompidou ospita inoltre una vasta biblioteca di consultazione pubblica, un centro per il design industriale, oltre a importanti esposizioni e manifestazioni culturali.

"La rana e Venezia" (Biennale d'arte 2009)




E' stata inaugurata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sabato 6 giugno la 53* edizione della Biennale d'arte di Venezia.






Inaugurazione anicipata da parte della Fondazione di Palazzo Grassi.
Una scultura posta nella Punta della Dogana, un luogo unico...

Un momento speciale quando François Pinault svela l’attesa e misteriosa opera: “A Boy with a Frog”, una scultura in acciaio bianco, un ragazzino che tiene in mano una rana, come mostrandola al mondo.

L’opera è di Charles Ray, da vent’anni uno dei più importanti artisti sulla scena contemporanea.

La statua guarda un immenso spazio vuoto, tra San Marco e il Canale della Giudecca, un luogo che come capita a Venezia è paesaggio contemporaneamente naturale e urbano.

La statua è circondata dall’acqua.
Acque in movimento, battelli, gabbiani.
Non a caso il ragazzo ha in mano una rana.
Un’opera che nasce dall’acqua....

sabato 30 maggio 2009

"LEGGERE MI PIACE".




Domenica 31 maggio alle ore 11 presso Cascina Nuova di Borgaro Torinese Via Italia 45 premiazione del concorso: “Crescere Leggendo…” rivolto a tutti i lettori senza età, bambini, ragazzi e adulti. Verrano premiati i racconti, disegni, logo.



La festa è stata ideata come conclusione pubblica e giocosa delle iniziative realizzate dalla Biblioteca Civica "Gianni Rodari".

Il Collegio Docenti della Scuola Media Levi di Borgaro, ha promosso un progetto “scuole aperte”

legato alla manifestazione indetta dalla biblioteca G. Rodari di Borgaro: “leggere mi piace”.



Sono stato incaricato dal Dirigente Scolastico e dai Docenti di educazione artistica di tenere il laboratorio di pittura e ricerche artistiche, aperto anche ai genitori, per la realizzazione di lavori finalizzati alla partecipazione del concorso;



il corso è stato frequentato da 25 allievi/ve di tutte le classi.



Nel primo incontro, ho introdotto le finalità del laboratorio, informativa sul piacere della lettura, e la traduzione artistica di questo concetto.



Sono stati ampi e concreti i suggerimenti metodologici sulle tecniche da applicare, anche sperimentali: disegno, pittura, collages, tecniche miste, mosaico;



anziché lavorare semplicemente su di un foglio, sono stati da me realizzati supporti di masonite, compensato, cartone, tela, ognuno dotato di apposito gancetto.



Nei successivi incontri, partendo dalle capacità di ogni allievo, si è perfezionata la resa artistica e narrativa in modo da affinare la tecnica e realizzare un elaborato che possa essere fruibile da un punto di vista narrativo.



I concetti evocati sono stati i più svariati: ironia, tradizione, sociale, storico, svago, e divertimento del leggere.

C’è poi stata una parte “comune” come la realizzazione di una “bacheca degli schizzi” ed un cartellone di saluto.



L’attività non solo è risultata interessante e operativamente coinvolgente, ma anche utile perché ha permesso di sensibilizzare i ragazzi all'arte, aiutandoli a sviluppare la propria manualità ed a esprimere la propria fantasia.



Concludo esprimendo il mio apprezzamento per la realizzazione di lavori eccellenti da parte degli allievi, in base alle loro idee hanno composto gli elaborati originali, con un risultato personale, individuale, di ottima abilità, che vi invito a visitare presso la sala della biblioteca e Domenica 31 maggio alle ore 11 presso Cascina Nuova per la premiazione.

martedì 26 maggio 2009

Apre il 7 giugno 2009 la 53° Biennale d’Arte di Venezia


Apre il 7 giugno 2009 la 53° Biennale Internazionale d’Arte di Venezia.




La Biennale di Venezia è da oltre un secolo una delle istituzioni culturali più prestigiose al mondo.
Fin dalla sua origine (1895) è all'avanguardia nella promozione delle nuove tendenze artistiche, organizzando manifestazioni internazionali nelle arti contemporanee, secondo un modello pluridisciplinare che ne caratterizza l'unicità.

Sarà aperta al pubblico da domenica 7 giugno a domenica 22 novembre 2009, ai Giardini (50mila mq.), all’Arsenale (38mila mq.) e in vari luoghi di Venezia.

Prezzi dei biglietti Intero € 18. Orario: 10.00/18.00.

Penso sicuramente di andare in visita verso la prima settimana di Novembre, senza il caldo, costi contenuti (mi pare, di fuori stagione, comoda sistemazione ad un prezzo ragionevole..) affollamento turistico ridotto...

Spero così di godermi Venezia, un po' fuori dalle normali rotte turistiche intasate di giapponesi...

E’ conveniente andare in treno, si arriva alla stazione di Santa Lucia e si è già in isola. Con la macchina bisogna parcheggiarla e pagar
e all'incirca una ventina di euro.

Oltre alla Biennale è piacevole assaporare Venezia e viverla come i veneziani.
Cioè andare sempre a piedi...

lunedì 18 maggio 2009

Coniugare un evento artistico con l’impegno elettorale e politico?





Giovedì 21 Maggio si inaugura a Bolzano la 6a edizione di “KunStart”, fiera d’arte di Bolzano che dal 21 al 24 maggio ospiterà una selezione delle gallerie d'arte più attive sulla scena nazionale e internazionale, con presenze da 13 Paesi.

La Fiera offrirà un'anteprima per collezionisti e appassionati giovedì 21 dalle ore 18.00 con il tradizionale vernissage, che si terrà alla presenza del Ministro dell'Interno Roberto Maroni.
Il vernissage proseguirà fino a tarda ora presso l'adiacente Hotel Sheraton Four Points.

Coniugare un evento artistico con l’impegno elettorale e politico?
Alla Vernissages Maroni non si presenta come persona privata, ma in quella istituzionale di Ministro degli Interni.
Perchè avere una “presenza politicamente discutibile” negli eventi artistici?

Mi indigna il fatto che Maroni sfrutti abilmente questo momento, pur di propagandare il pro domo sua, per richiamare su di sé una grande attenzione mediatica.

mercoledì 13 maggio 2009

“Tra memoria e mutazione”


Questo lavoro è una “visione onirica”, costituito dal desiderio di mescolare passato
e presente, per indurre riflessioni sulle funzioni della memoria, collegata alle tracce di quel passato che ha formato l’identità...



In questo lavoro ho raffigurato, anzi ho evocato con la conchiglia delle ammoniti, pigmento incrostato, screpolature, e l’uso del catrame e sabbia, vere e proprie “fioriture di monocromi” che in rilievo animano la tela.

E’ palese la mia natura istintiva, che poco concede alla cura del disegno, per affidare totalmente vigore ai contrasti, nel connubio della luce e della scabrosità materica.

martedì 5 maggio 2009

" L'OMBRA"




Acrilico + metallo 170 x 60 – 2009



In questo lavoro è evidente l’influenza e il richiamo alla metafisica.

Dal ruvido fondale si distacca " la figura", animata all’interno da molteplici sagome metalliche, tutto è bilanciato dalla rigida figura stante, tra massa e profonde incisioni, lacerazioni, in una calma sovrastante e profonda....

Una forza raccolta rende la superficie sensibile alla luce e all’ombra per mezzo di una trama di equilibrato rilievo....

Le opere che si ispirano al metafisico sono latamente annigoniane, cioè rappresentano una sorta evocativa, simbolo della fragile psiche umana, segnata tal tempo e dall’esperienza, spesso del suo vedersi angoscioso, drammaticamente esistenziale: “ombra unita indiscindibilmente alla materia.....”

giovedì 23 aprile 2009

Cronaca evento




Nella piovosa e fredda serata di un pigro sabato sera, davanti ad una folta platea di pubblico, si incontravano l'Arte emergente di Stefano Rollero e la Poesia di Rossella Seller per condividere emozioni ormai dimenticate in una civiltà smemorata delle proprie origini dove l' estro degli Artisti fatica sempre di più a sopravvivere in una società in cui lo scetticismo ed il materialismo rischiano di farla da padrona.
A dimostrazione che l'Arte in sé diventa sempre più un privilegio per pochi.

A incorniciare l'evento la Musica del gruppo Ensemble "Rocca Merletti" che apre la serata con il brano di "Shostakovich".

Susseguono tra i brani musicali, la lettura della poesie: voci recitanti: Carla Jksethc, Livio Vaschetto, Antonio Zappia.

Verso la fine della serata prende la parola la poetessa, Rossella Seller (nonchè medico di professione a Roma) ringrazia l'Amministrazione, gli Assessori, la presenza del numeroso pubblico, breve motivazione del libro, della scelta dell'opera di Rollero inserita nella copertina, i suoi progetti futuri di scrittrice.