mercoledì 28 maggio 2008

"STILE LIBERO"


Sono stato invitato ad esporre con l'associazione culturale "Armò-nia"Lo spazio di cui ci è stata concessa la dotazione è Chiesa dell'Antica Pieve, spazio espositivo del Comune di Settimo, nel centro cittadino.

Una cittadina che ha ben avviato una proficua collaborazione con i Gruppi e Associazioni artistiche, che ritiene la cultura uno degli aspetti qualificanti dell'Amministrazione e che sta dando un grosso imput all'arte. Lo spazio espositivo è accogliente e prestigioso, ed ha una buona capienza, non ci sono barriere architettoniche.


A Caselle T.se, dove risiedo, non esistono spazi espositivi.

La ex sala giunta adibita per mostre, non ha motivo di visita, bisogna salire piani di scale e non viene identificata come "spazio artistico", perchè durante le esposizioni viene utilizzata per tutto e di più! Non si è in grado di creare un "luogo accessibile" che nel tempo diventi lo "spazio dell’arte", una sorta di spazio sociale per sostare, chiacchierare, con una programmazione espositiva continua in grado di ospitare mostre per tutto l’anno.

Sarebbe certamente un vantaggio quello di creare una comunicazione artistica permanente, ma anche di valorizzare i talenti artistici del territorio, e la conseguente attivazione di una ulteriore proposta per l’ampliamento dell’offerta turistica.

A Caselle si pensa esclusivamente al cibo, a creare nuovi mercati, a promuovere i prodotti "slow", ed una sensibile disponibilità elargitiva di contributi per sagre e notti bianche.



Associazione Artistico-culturale "Armò-nia"con la collaborazione della Città di Settimo


TorineseFondazione ECM

Presentano:

Mostra di arte contemporanea:"Stile Libero"


Spazio espositivo; Chiesa della antica Pieve, P.zza Alpini, Settimo Torinese

Dal 28 Maggio al 2 Giugno 2008


PRESENTAZIONE SABATO 31 MAGGIO ORE 18,00


Orario; Lun/Ven: 17-19,30 Sab/Dom: 10-12/17-20

ingresso libero.



'Stile Libero' è una manifestazione promossa dall' Associazione 'Armò-nia' di Settimo Torinese. Nata per rafforzare il lavoro comune e la creatività degli artisti del territorio. Presenta la mostra Antonio Zappia, noto critico, con la passione innata per l'arte, un' impegno svolto per contribuire alla sua diffusione.

Alla 'Pieve' sarà presentato un 'excursus visivo' di innumerevoli tecniche e stili: pittura, scultura, arti plastiche, fotografia, installazioni.

Un contenitore di espressioni diverse ma con un unico obiettivo, raccontare il piacere estetico.

ESPONGONO:

Tatiana Bortolozzi

Gian Luigi Braggio

Carla Bresciano

Ivan Cambiolo

Francesco La Porta

Mario Mondino

Alessandro Paliddo

Barbara Penna

Tancredi Pistamiglio

Michele Privileggi

Stefano Rollero.

lunedì 12 maggio 2008

C'è un diritto a informare e ad essere informati! Raccontare quello che si vede documentandolo!


Ho sempre sostenuto il diritto di qualsiasi cittadino, di rivolgersi ad ogni sede appropriata ogni qual volta si sente diffamato.

Pertanto è giusto e doveroso che qualsiasi cittadino possa chiedere e ottenere il diritto di replica. "Il diritto di replica, vale per Schifani come per molti altri cittadini e movimenti spesso diffamati senza poter replicare."

Detto ciò, allego la dichiarazione Libera RAI, libera informazione dal Blog di Beppe Grillo, opinione che condivido, perchè Grillo appare libero da condizionamenti, da ingessature linguistiche, da calcoli di potere. Con i suoi "sberleffi" dice quello che molti pensano, ma che non hanno la possibilità, il coraggio, e anche gli adeguati mezzi espressivi di dire.

L'iniziativa di abolire il canone rai troverà un seguito di straordinaria partecipazione : nè di destra nè di sinistra del centro o dell'antipolitica: perchè oggi l'informazione del servizio pubblico pagata da noi, e piena di telefonate di politici e di grandi interessi che trasformano il giornalismo televisivo in "camerieri" portavoci dei poteri forti.

C'è bisogno di una televisione credibile, autonoma, pluralista, che viva di luce propria.



DAL BLOG:


A luglio consegnerò le firme per i referendum, ma prima lancerò un referendum operativo. Un referendum operativo si differenzia da quello legislativo perchè è di immediata esecuzione.
Il cittadino fa da sé. Proporrò la disdetta del canone alla RAI con le istruzioni, i partecipanti, i risultati in tempo reale.


La RAI se la paghino i politici, l’informazione televisiva è roba loro, i Riotta, i Mazza e i Saccà sono roba loro, il consiglio di amministrazione è roba loro, la pubblicità è roba loro.
Petruccioli in Confalonieri è roba loro.

Per far chiudere questa RAI non è necessario cambiare le leggi, è sufficiente non pagare più il pizzo.
Un solo canale, senza pubblicità, senza interferenze politiche, al servizio dell’informazione e dei cittadini. Un canale pubblico con un direttore come Marco Travaglio, per fare un esempio. Un canale di cultura, inchiesta.


Questo è quello che vorrei, non culi, tette, calcio e politici in prima, seconda e terza serata.Il controllo dell’informazione ha cambiato il Paese in peggio, una libera informazione può darci un nuovo Rinascimento.



Considerazioni finali:


La legge che istituisce il cosiddetto canone Rai, il Regio decreto-legge 2 febbraio 1938 n. 246, fu emanata dal Governo di Benito Mussolini per finanziare la macchina propagandistica del regime. All'epoca il televisore era stato recentemente inventato, ma in Italia non si sarebbe diffuso fino agli anni '50, quando iniziarono le prime regolari trasmissioni in VHF.

Questa legge prevede ancora oggi il pagamento del canone a chiunque sia in possesso di apparecchi "atti o adattabili" alla ricezione delle radiotrasmissioni.

A questo , critico la programmazione: dal mese di Giugno a Settembre, ( loro sono al mare, in vacanza, chi non arriva a fine mese e rimane a casa) non trova un programma decente con un minimo di approfondimento, trasmettono film stagionati, esaltano la cultura del cibo: in italia c'è un preoccupante fenomeno dell’obesità giovanile, infine la variegata fiera di vacuità, presonaggi, chiacchiere volutamente senza spessore culturale, notizie addomesticate specialmente nei diversi TG.

Salvo rarissime eccezioni ( Santoro, Ballarò, Report, Fazio) il resto è in-cultura, gossip, talk show, rotocalchi per illudere il pubblico sul come ottenere ricchezza e fama.... C'è poi lo spreco di denaro pubblico: quanto ci costa questa "caricatura d'azienda"?

mercoledì 7 maggio 2008

CIELI SU TORINO





Questa è uno delle opere danneggiate durante il nubifragio e conseguente allagamento del 13 Settembre 2008. La superficie si presentava con tracce consistenti di fango, il disfacimento della cromia…

Ha richiesto un intervento di restauro lungo e molto impegnativo: la pulitura, il consolidamento del supporto, la stuccatura delle lacune, la reintegrazione della parte gessosa, la ri-prefugurazione delle forme, sfumature acriliche e fissaggio.



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Spero di far cosa gradita nell'invitarVi alla lettura della sottostante motivazione che mi ha ispirato a comporre il quadro.


Un significato che non si sovrappone al senso più autentico della composizione, alla mia intima essenza artistica. Bisogna aprirsi all'opera d'arte come ad una sorta di esperienza mistica perchè susciti emozione...



L'opera: 'CIELI SU TORINO' sarà esposta nell'ambito della mostra collettiva organizzata dalla Associazione Artistico-culturale 'Armò-nia' di Settimo Torinese presso lo spazio espositivo; Chiesa della Antica Pieve, P.zza Alpini, Settimo Torinese ( addiacente alla Biblioteca Civica 'Gasti'.) dall' 28 Maggio al 2 Giugno 2008. (Appena disponibile pubblico brochure dell'evento).




La chiamavano la piccola Parigi. '.....E i flussi di vita che l'attraversano nelle strade simmetriche si riducono a sorde vibrazioni lungo le venature chiare che l'incrinano.'


Nei primi del 1700 Vittorio Amedeo II chiamò a Torino un giovane abate palermitano che aveva compiuto a Roma i suoi studi e la cui fama si diffuse in Europa: Filippo Juvarra.


Cresciuto alla scuola dell' arte barocca, l'abate architetto si era poi tuffato nelle forme classiche dei monumenti romani.Il nuovo architetto messinese riusciva a dare un nuovo assetto alla città. Città che di per se’ già stava mutando, incalzata dalla spinta dei tempi, dalle nuove strutture organizzative delle campagne e da quelle produttive, che determinavano un impellente bisogno di allargare i confini con grandi vie di comunicazione.

Molti nobili, legati alla corte e allo Stato con alte cariche lasciavano i castelli per prendere dimora in quella che veniva definita 'la piccola Parigi': Il fervore costruttivo si estese in eguale misura anche a filande, officine, cartiere, negozi, richiamando i primi immigrati : siciliani, sardi, e lombardi che abbandonavano la campagna per cercare a Torino lavoro e benessere.


Cominciava a nascere, con l'eco stravolgente della rivoluzione francese ,una dimensione torinese puramente barocca, meno sfarzosa, con lo scopo di stupire e suscitare meraviglia. Possiamo vedere la città attraverso la descrizione dei grandi viaggiatori del Settecento e del secolo Romantico: Ghoethe, ad esempio, ebbe a dire 'Torino è una delle più belle, oltre che delle più antiche città d'Europa'.


Altrettanto appassionati i sentimenti del poeta Alphones de Lamartine: 'Je ne me figurais pas une ville auissi belle que Turin....Plus j'avance, plus je vois d'autres villes, moins j'espére de retrouver jamais Turin'.

Dopo Vittorio Amedeo e i suoi successori fino all'alba del 1 Gennaio 1861, Torino nella sua 'charme', aumenta la sua prorompente teatralità, per le vie di Torino, nei ristoranti e nei caffè si vedevano deputati e senatori di quel primo parlamento italiano: Garibaldi, Verdi, Bixio, D'Azeglio, La Marmora, Crispi, Cadorna, e naturalmente Cavour.


Torino Capitale contava 186.000 abitanti. Si aprirono Ambasciate e Ministeri, ed ogni settore lavorativo ne risentì beneficamente: intanto continuava il cammino della rivoluzione industriale, e le nuove idee.

Ma presto avvenne quello che ai torinesi sembrò l'inizio della fine: la capitale trasportata a Firenze.

L'alto prezzo di questa rinuncia forse, permise all'identità dei torinesi di rimanere immutata. Qui sta forse il destino di Torino.

Una città che per rimanere nella storia non può fermarsi mai.

Si possono ricordare importanti traguardi che hanno accompagnato il cammino del suo progresso, fu ad esempio la prima città a realizzare l'illuminazione elettrica ed i grandi eventi mondiali: L'Esposizione Internazionale del 1884, con la creazione del Borgo del Valentino, nel 1911 con la grande Esposizione Universale, (a ridosso del borgo Medievale era sorta una vera e propria città, stupefacente ed eterogenea, ora liberty, ora arabeggiante, tutta stucchi, cupole, statue. (Un mondo incantato e affascinante, che rimase a lungo nella memoria.)


Da ricordare l'esposizione internazionale per il centenario dell'Unità d'Italia del Maggio 1961, fino alle recenti Olimpiadi invernali.


Torino si esprime rivoluzionando l'impostazione sabauda: in una discussione al 'caffè Burello' di Corso Vittorio angolo via Rattazzi, il 1 Luglio 1899 si trovavano alcuni amici; Giovanni Agnelli, Luigi Scarfiotti, Emanuele Bricherasio, Roberto Biscaretti di Ruffia, Michele Ceriana Mayneri, Alfonso Ferrero di Ventimiglia, Luigi Damevino, Carlo Racca.

Questi, accumunati da un forte spirito imprenditoriale, decidono di investire complessivamente ben ottocentomila lire per un progetto relativo ad una invenzione americana che, sfruttando l'energia termica di un motore alimentato a benzina, consentiva rapidi trasporti.

Esattamente dieci giorni dopo nasce la 'Fabbrica Italiana di Automobili di Torino', il cui atto costitutivo viene registrato presso il notaio Torretta di via Arsenale 6 a Torino.

Quello che succede successivamente è storia nota.......



E' un vero peccato....


Questa Torino del 2008 con il 'Grattacielo della Banca Intesa-Sanpaolo' progettato da Renzo Piano, sconvolge la Torino taurinorum, la città del barocco e liberty, rovinando le suggestioni degli antichi palazzi, vie e chiese, il suo aspetto esoterico, i suoi straordinari scorci visivi, la sua architettura.......

A Torino la costruzione di edifici di grande altezza ha riguardato casi sporadici : a parte l'edificio di Alessandro Antonelli, pensato come 'Tempio Israelitico' ma adibito poi a museo e chiamato Mole Antonelliana, diventato simbolo della torinesità, ( così come i 'toret', le piccole fontanine che un tempo dissetavano i passanti con un' ottima acqua proveniente da Balme).


Orgogliosamente oggi la Mole espone il Museo Nazionale del cinema.

Pensare che alla fine degli anni '70 l'Assessore Costa Magna adibiva a suo uso personale una 'tavernetta' nei locali sottostanti la Mole, invitava i suoi amici e conoscenti ad allegre bevute di buon vino...) Fu poi Diego Novelli a dargli lo sfratto.


Il primo vero grattacielo ( La torre Littoria di Piazza Castello) viene costruito a celebrazione dell'ammodernamento di Via Roma ( anni '30 ) dopo la devastazione e demolizione delle architetture barocche preesistenti, per ordine del Duce.

Ogni importante città doveve avere una via centrale per le parate delle camice nere! A questo si aggiunse la corposa speculazione di Assicurazioni, Banche, etc, operata già in nome della sicurezza ('via prostitute e mendicanti dal centro cittadino!').


Il tema grattacieli riemerse nel dopoguerra (1948) : l'edificio di via Santa Teresa, il Reposi, di via XX Settembre, il grattacielo di Piazza Solferino. Questi edifici rimasero per lungo tempo privi di legittimità, costruiti cioè senza licenza edilizia, a testimonianza del fatto che all'epoca le decisioni in quanto a forme, luoghi e quantità si rivelassero di competenza esclusiva degli operatori privati.


La voglia di 'modernità' con la costruzione in centro di grattacieli proseguì nel corso degli anni '50/'60. Torino in quel tempo, impegnata a fronteggiare le ondate migratorie che tutti conoscono, difficilmente si permetteva operazioni celebrative di virtù che non fossero direttamente legate alla produzione manifatturiera: così naque il grattacielo Lancia in Borgo San Paolo, quello della SIP in Corso Inghilterra, in restauro non per le esigenze dei cittadini bensi’ per diventare il Palazzo della Provincia, (ente che dovrebbe sparire!!!!) infine quello della RAI a Porta Susa, bello e ingombrante, nato per ragioni di visibilità aziendale, meno per quelle produttive, che rimase a lungo disabitato.


Questo indica che la realizzazione dei grattacieli ha rilevato nel tempo l'aspetto episodico, in ogni caso contrastante con l'impostazione architettonica della città, della sua 'forma urbis'.

Infatti la realizzazione del grattacielo di 180 metri di Renzo Piano sulla Spina 2 area centrale nella zona Ovest di Torino, rovinerebbe lo 'skyline' ottocentesco della Città, ben valorizzato dai giochi olimpici.Il secondo gigante in vetro e acciaio ( il nuovo Palazzo della Regione Piemonte) spunterà nel 2010 nella zona occupata dalla fiat lungo via Nizza, alto 155 metri progettato da Massimiliano Fukas.Secondo Guido Montanari, Storico urbanista, il problema non è la qualità del progetto di Piano, ma il contesto in cui si colloca.


Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologa Italiana, dice che il nuovo grattacielo rappresenterà l'emblema dell'insostenibilità ambientale applicata 'a scenari caratterizzati da bassa densità energetica'.

Le considerazioni del famoso architetto Piano possono essere affascinanti, come l’idea sulla multifunzionalità, ma chiunque visitasse il centro storico di Torino si renderebbe conto che quest'opera e' assolutamente fuori da ogni schema architettonico della citta', nonchè l'impatto panoramico a colpo d'occhio risulterà devastante.


Inoltre la cornice delle alpi e in primo piano la mole antonelliana, insieme al grattacielo saranno paragonabili ad una scarpa da cerimonia ed uno zoccolo.In definitiva per motivi di interesse economico (matrimonio bancario e la giunta del Sindaco Chiamparino) 'tutto si compie'!


Nella carrellata che ho trascritto, tratteggiata dagli eventi significativi della Città del Museo Egizio, di Don Bosco, dei Savoia, degli Agnelli, della Sindone, di Cesare Pavese, Gipo Farassino, Norberto Bobbio, Rita Levi di Montalcini, della Fiera del libro, e delle Olimpiadi. Ebbene basterà dunque recarsi al ponte Sassi dove Salgari consumò i suoi anni e alzare gli occhi al cielo per vedere il nuovo e trionfante grattacielo, tripudio della new economy, e per un attimo come in un gioco mentale, quella prospettiva annullerà il silenzio e l'insolito.....


Voglio terminare questa riflessione di presentazione della mia opera con un pensiero colto dal Blog di Adriano Celentano ( 'Cosa stà succedendo' www.celentano.it) : 'Ben venga quindi l'avvento della tecnica, poichè essa è un valore immenso per il progresso che deve andare avanti... Ma guai alla tecnica se il suo avanzamento va a minare le bellezze delle cose. E la bellezza delle cose è quella dell'arte impiegata nelle costruzioni del passato, che pur coi suoi cambiamenti, ha retto fino ai primi del '900.

Un ponte necessario che separi le due culture affinchè non si elidano, come purtroppo accade per oggi i brutali accostamenti fatti dai comuni irresponsabili.'